Ai confini tra testo e musica

Periodo

07. September alle ore 18.00

Luogo

Polveriera

Informazioni sull'evento

Roberta Dapunt, Eduard Demetz e Alma Vallazza sono legati da un’amichevole collaborazione in vari modi. Eduard Demetz ha creato composizioni musicali su poesie della Dapunt, tra cui Nauz, che racconta la macellazione del maiale in inverno a corte. Alma Vallazza ha tradotto in tedesco testi di Dapunt, tra cui Synkope/Sincope (2021 Folio Verlag). Questo libro sarà presentato spazialmente alla Fort Biennale 01, poiché in molti punti si avvicina al “corpo del linguaggio” in termini letterari, come tutta la sua opera. La discussione, che precederà la lettura, si concentrerà, tra l’altro, su come il corpo del linguaggio si trasferisce nel corpo della musica e su quali considerazioni e discorsi artistici alimentano la collaborazione tra Dapunt e Demetz. Roberta leggerà poi poesie da lei stessa scelte in vari periodi creativi sul tema del titolo “Nel corpo del linguaggio” e in varie lingue (italiano, tedesco, ladino). Infine, Stefan Fraunberger ci accompagnerà nell’esplorazione di interspazi geografico-sonori con il suo dulcimer a martelli amplificato elettronicamente.

PROGRAMMA

Intervento
Roberta Dapunt (poeta)
Eduard Demetz (compositore)
Moderazione: Alma Vallazza (traduttrice)

Lettura
Roberta Dapunt

Concerto
Stefan Fraunberger
Dulcimer a martelli, elettronica

Stefan Fraunberger, compositore e artista, suona un dulcimer elettromagnetico puramente accordato per esplorare incantesimi sonori, danze country elettroniche e paesaggi spaziali spettrali. Utilizza il dulcimer a martello come strumento a corde transculturale, suonato in varie forme e accordature tra l’Himalaya e le Alpi. Come nonna del pianoforte, svolge un ruolo importante in varie musiche popolari delle regioni dell’ex monarchia austro-ungarica e negli stili musicali classici ottomani e persiani. Non è il museo della tradizione, ma le possibilità che ne derivano e le attuali aree di tensione che sono al centro dell’interesse sonoro di Fraunberger.

“Nella sezione Il corpo della musica, all’interno dello scritto L’ovvio e l’ottuso Roland Barthes scrive: “Udire è un fenomeno fisiologico, ascoltare è un atto psicologico.” La musica dunque, che scaturisce dal corpo tramite la bocca e il dare suono ad uno strumento, e che necessità del corpo di chi l’ascolta tramite l’udito e la volontà dell’ascolto. Succede così un incontro tra due corpi, che distinti l’uno dall’altro attingeranno entrambi innanzitutto da loro stessi. In questo non è diversa la poesia, anche il suo spartito linguistico dato alla voce interna della lettura, richiede un’esecuzione il cui strumento è la voce umana, sia pure una voce del silenzio, una voce interiore. È il linguaggio dei suoni, anche quelli muti, ai quali musica e poesia sono educate, a tener conto di ogni singola nota e rivelarne i valori.”
Roberta Dapunt